Foto restauro piroga

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INTERVENTO DI RESTAURO
DELLA PIROGA DEL VI° SEC. D.C
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Importo lavori: € 34.200,00

Affidamento lavori:
OPUS RESTAURI snc di Parma,
Delibera di Giunta Comune di Monticelli d’Ongina n° 51 del 30.04.05

Finanziamento:
SOCIETA’ AUTOSTRADE CENTRO PADANE S.p.A.

Restauratori:
GIORGIO ARCARI, ANNA GHILLANI, ANGELA ALLINI

Direzione Lavori:
Dott.ssa MONICA MIARI, STEFANO MONACO,
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna

Consulenza scientifica:
Dott. STEFANO MEDAS

Analisi di laboratorio, indagini scientifiche:
Dott. MARCO MARCHESINI, SILVIA MARVELLI,
Labor. di Palinologia “Giorgio Vicoli”, Crevalcore (BO)

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IL RITROVAMENTO: Questa piroga è monossile, ovvero ricavata da un unico tronco, in legno di quercia farnia Quercus robur). Gli studiosi affermano che questo oggetto è il frammento di un natante di circa 10 metri di lunghezza. Prima di restaurarla gli operatori della ditta Opus Restauri di Parma hanno prelevato alcuni piccoli frammenti del legno da cui sono state ricavate alcune analisi di laboratorio: l’identificazione della specie lignea, il contenuto medio di acqua, la datazione al radiocarbonio C14, la quale la colloca tra il 656 dopo Cristo e il 716 dopo Cristo, nell’alto medioevo. Essa è stata ritrovata sul greto del Po durante la secca dell’estate del maggio 2000, nei pressi di Isola Serafini, ma gli studiosi avvertono che relitti di questo tipo tendono a spostarsi con i cicli del fiume, anche centinaia di chilometri.
La piroga è stata conservata nel sotterraneo del castello, dove per cinque anni è stata irrorata con acqua e biocidi e tenuta costantemente sotto controllo da parte dei volontari del Gruppo Culturale Mostre, in attesa di reperire le risorse economiche che ne permettessero il restauro.

IL RESTAURO: Il legno di questa piroga è totalmente intriso d’acqua ed ha completamente perduto la sua originaria consistenza. Se esso fosse sottoposto ad una rapida essiccazione subirebbe un repentino ritiro anche di 10 volte il suo attuale volume, disgregandosi in piccoli frammenti.
Da qui la necessità di sostituire nei tubuli del legno l’acqua con una speciale cera sintetica: il polietilenglicole, detto anche PEG, per consolidarlo restituendogli una struttura stabile.
Il consolidamento avviene sostituendo in modo molto graduale, in due anni circa, l’acqua con il PEG, in una vasca a completa immersione nella soluzione, con circolatori, filtri ed un impianto riscaldante a serpentina che permetta un riscaldamento progressivo della soluzione da 20 a 60 gradi C°. Quando in questo processo quasi tutta l’acqua è stata sostituita dalla cera solubile, si può lentamente essiccare il nostro reperto, che verrà integrato, ripulito e stuccato fino ad essere pronto per l’esposizione.
La vasca metallica pesa 10 quintali ed è stata progettata e realizzata su misura per questo reperto, assemblata attorno ad esso con dadi e bulloni, rivestita internamente con isolanti termici e strati impermeabili, attrezzata con un riscaldatore in acciaio inox ad immersione e riempita con circa 50 quintali di soluzione consolidante, si stima che alla fine dell’intervento saranno utilizzati da 30 a 40 quintali di PEG.
Come già detto, l’intervento di restauro durerà oltre due anni, a partire dai primi giorni del 2006.

Inizio lavori: Gennaio 2006
Fine lavori: Dicembre 2008