L’Acquario e il Museo Etnografico del Po, li abbiamo voluti e parzialmente costruiti fin dal 1973, quando sollecitati da Giuseppe Fornasari e sollecitati dall’allora Parroco Don Renato Mezzadri, decidemmo di fare qualcosa per valorizzare in ogni loro espressione, la cultura e le tradizioni popolari della Bassa Padana, raccogliendo per un’esposizione che fosse un documento vivo e stimolante, tutte le tracce di una storia scritta con la lettera minuscola, ma non per questo meno importante della Storia che si studia sui libri scolastici.
Nacque cosi, con poche cose, il Gruppo Culturale Mostre.
Solo però nel 1975 avviene la nascita del Museo Etnografico del Po, che inizia a svilupparsi prevalentemente per gli aspetti riguardanti la Civiltà Contadina e Artigiana, nella sede della Rocca Pallavicino-Casali.
L’anno successivo, 1976, la Sovrintendenza delle Belle Arti di Bologna e Parma, consentì l’apertura ufficiale del Museo che iniziò una rapida espansione, sostenuto dalle numerosissime donazioni della popolazione locale e dall’interesse della stampa.
Da allora si sviluppò non solamente come Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana, ma, piu in generale, come centro di storia di vita del territorio e delle popolazioni rivierasche del Po. Nel 1982 fu realizzato cosi l’Acquario del Po con l’intento di divulgare e valorizzare le specie ittiche presenti nel tratto medio del fiume.
A ciò s’aggiunsero negli anni 1984-1985 le sezioni di Paleomtolagia, Archeologia e Fauna. Recentemente, il Museo si è arricchito con un pezzo di storia veramente unico, una piroga del Paleolitico, che il grande fiume ci ha voluto restituire.
Come gia detto, l’Acquario e il Museo Etnografico del Po, hanno sede nel Castello Pallavicino-Casali di Monticelli d’Ongina.
Il Castello, è un edificio a forma rettangolare, possente nelle sue mura, con quattro torri agli angoli e forti torrioni quadrati sui portoni d’ingresso. Appare chiaramente come una fortezza difensiva, certamente teatro di molte battaglie di confine tra i Signori di Milano e i Dogi della Serenissima Repubblica di Venezia.
Pur rimaneggiato ripetutamente nel volgere dei secoli, il Castello conserva ancora oggi, pressoché intatto, tutto l’appartamento nobile, le cui sale presentano i soffitti a volte decorati con affreschi allegorici rifatti nel secolo scorso. Le prigioni, nelle stanze superiori dei torrioni, ricche di graffiti dei e di scritte impresse dai prigionieri che vi raffiguravano battaglie, morti, o altro di vita quotidiana.
Perla di tutto l’edificio è però la Cappellina di Corte, illustrata e decantata in decine di pubblicazioni specializzate, autentico gioiello d’arte quattrocentesca. Essa reca un intero ciclo di decorazioni in affresco dei fratelli Bonifacio e Benedetto Bembo, famosissimi decoratori cremonesi del tempo. Si possono notare scene della passione di Cristo, San Giorgio ed il drago, l’Ultima Cena (precedente circa 30 anni la celebratissima Cena leonardesca), varie figure di Madonne, Santi, Evangelisti, ecc., in una policromia e finezza interpretativa che lasciano stupefatti.
Oggi, riguardandoci indietro, possiamo essere giustamente fieri del Museo, che è andato crescendo, migliorando, perfezionandosi con il generoso apporto di chi si è voluto unire a noi in questa opera.
Guardando avanti, confidiamo in una sempre crescente affermazione della nostra realizzazione sia per i Monticellesi, sia per tutti coloro che vorranno onorarci della loro visita e del loro aiuto e consiglio, e nell’interessamento sopra tutto dei nostri giovani, che come noi, sentono la passione per la loro terra.