PERCORSI SULLA SHOAH – AUSCHWITZ 1 & AUSCHWITZ 2 BIRKENAU
Dal 22.01 al 05.02.2023
Castello Pallavicino-Casali
Mostra:
PERCORSI SULLA SHOAH
AUSCHWITZ 1 & AUSCHWITZ 2 BIRKENAU
Foto di Albino Casarola
Un viaggio desiderato per vedere con i propri occhi la storia studiata. Constatare
che il nome Auschwitz voleva dire più campi di concentramento, il primo Auschwitz
1 ricavato in una caserma dell’esercito polacco con la ormai famosa scritta “Il
lavoro rende liberi”, il secondo Auschwitz 2 Birkenau a pochissimi chilometri, vero e
proprio campo di sterminio, unici campi rimasti a memoria, ma la realtà
comprendeva altri 47 campi di lavoro nel circondario, una vera e propria “macelleria umana”.
Auschwitz 1: all’ingresso, severi controlli, targhe, ma niente ti fa pensare a quello
che vedrai, poi, un breve viale ti porta a quel famoso ingresso “ARBEIT MACHT
FREI”, i doppi reticolati, le torrette di guardia, i caseggiati con il solo piano terra o a
due piani, i viali alberati, fino a li tutto sembra normale e forse lo pensavano anche i deportati.
Basta entrare nel primo dei “blocchi” visitabili per renderti conto della crudeltà
inimmaginabile a cui l’uomo è arrivato; sale ancora arredate a dormitorio, locali
destinati ad interrogatori, il privilegio dei kapò, etc., poi i blocchi con le cose
personali dei deportati, valigie, pentole, pettini, scarpe, occhiali, e unica non
fotografabile quella dei capelli. Nei corridoi le foto dei deportati fatte dalle SS.
Sul viale centrale la sbarra delle impiccagioni, e poi gli edifici delle prigioni, il cortile delle fucilazioni.
Non visitabile perché in restauro il blocco degli esperimenti medici di Mengele
“L’angelo della morte”. Infine la camera a gas ed i forni crematori (unici rimasti tra i
campi di concentramento”. Questo già bastava a sentirmi un groppo in gola.
Auschwitz 2 Birkenau: qui la crudeltà umana è arrivata al massimo con la creazione
di un campo della morte. Dalle dimensioni inimmaginabili, utilizzate baracche
prefabbricate destinate a stalle per la cavalleria, altro ingresso ormai famoso in
fotografia, le rampe dei treni dove avveniva subito la selezione, abbandonare in
loco i propri averi, vecchi che venivano subito indirizzati alle camere a gas, donne e
bambini separati dagli uomini, e comunque selezionati per i lavori se abili altrimenti
indirizzati anche loro alle camere a gas. In questo campo le camere a gas ed i forni
crematori sono stati distrutti dalle SS prima dell’arrivo dell’esercito russo per non
lasciare tracce, ma modellini sono stati ricostruiti per far capire come erano,
studiate e realizzate per una distruzione di massa.
Per concludere, ho visto con i miei occhi e non dimenticherò, consiglio, a chi può, di
andarci per non dimenticare, la guerra è stata una tragedia, ma la Shoah è stata
una tragedia nella tragedia.