La notte Europea della musica – IL VIAGGIO DELLE CORNAMUSE DAL PO ALLE HIGLANDS SCOZZESI
21.06.2025 ore 21,00
Castello Pallavicino-Casali
La notte Europea della musica – Presentazione di Frabizio Loffi
IL VIAGGIO DELLE CORNAMUSE DAL PO ALLE
HIGLANDS SCOZZESI – Cremona e i MacCrimmon
Furono i pifferai cremonesi a dare origine alla cornamusa scozzese? Se ne parla
dagli anni Cinquanta quando dalle ricerche di Agostino Cavalcabò, risultò che
sarebbe stato proprio un pifferaio cremonese, Pietro Bruno, costretto per motivi
religiosi a lasciare la sua città, a far conoscere in Scozia, con il nome di Patrick
Cremon, lo strumento suonato all’ombra del Torrazzo. A questa ipotesi che, come
vedremo in seguito, non è mai stata suffragata da alcun documento, se ne
aggiunge oggi un’altra che, pur non modificando la sostanza, aggiunge però nuovi
particolari che confermerebbero questa teoria. Ma andiamo con ordine. Ancora oggi
è murato sulla fronte del palazzo degli Agricoltori in piazza del Comune un
bassorilievo in marmo che rappresenta un “piffararo”. Già agli inizi del 1400, come
documentano le delibere della “Magnifica Comunità di Cremona” i suonatori di
piffero venivano assunti, quattro o cinque alla volta, per “pulsare” i loro strumenti a
fiato ogni sabato, al vespro, davanti all’altare maggiore della Cattedrale, oppure sul
poggetto del Battistero e inoltre dovevano intervenire in tutte le feste, nelle
solennità, nelle processioni e in tutte le occasioni in cui il Comune era solito fare
oblazioni alle varie chiese. Il Comune forniva ai pifferai sei braccia di panno bianco
e rosso con cui dovevano confezionarsi l’abito e il mantello. I pifferai formavano
una società che si chiamava “Societas pulsatorum piffari” che trattava
collegialmente con il Comune e proponeva l’assunzione di nuovi suonatori
selezionati e che spesso venivano scelti nell’ambito familiare. Le prime notizie sui
pifferai risalgono al 1495, quando la comunità cremonese il 28 aprile si era rivolta
al duca di Milano per ottenerne la conferma dell’elezione di un nuovo musicista.
Tuttavia nel 1629, volendo ridurre le spese pubbliche per le condizioni dei tempi, i
Signori Conservatori deliberarono il 29 dicembre di sopprimere il “Chorum
Tibicinum, qui vulgo Piffari dicuntur”.
E veniamo ora alla Scozia. Agostino Cavalcabò racconta di una cornamusista
scozzese di origine italiana, un certa Rachele Mac Crimmon, morta a Dunvegan
nell’estate del 1914. Cavalcabò cita anche quanto affermava il “Dizionario
universale dei musicisti” di Carlo Schmidl: “Nelle vene di questa singolare musicista
scorreva però anche del buon sangue lombardo, poichè la tradizione ricorda come
parecchi secoli addietro un cremonese suonatore d’arpa si stabilisse in Scozia,
prendendo il nome di Mac Crimmon: i suoi discendenti divennero tutti celebri
suonatori di cornamuse non solo, ma si distinsero anche come compositori,
scrivendo una quantità di musica per questo strumento; essi fondarono a
Dunvegan, ove vivevano, una scuola di cornamusisti che divenne famosa ed alla
quale accorrevano allevi da tutte le contrade della Scozia, che trasfondevano poi a
loro volta in altri esecutori l’arte loro”. Il misterioso cremonese migrato in Irlanda si
sarebbe chiamato secondo il Cavacalbò Pietro Bruno e sarebbe stato figlio di un
prete, chiamato Giuseppe, nato verso il 1475 ed emigrato al principio del 1500 per
motivi religiosi. Qui avrebbe dapprima preso il nome di Patrick Cremon, poi mutato
in Mac Cremona e definitivamente in Mac Crimmon. Avrebbe avuto due figli:
Patrizio e Giovanni.